Anche il cuore si infiamma nel paziente sclerodermico
Maria De Santis, Gaetano Zizzo, Gianfranco Ferraccioli
La Sclerosi Sistemica coinvolge il cuore in quasi tutti i pazienti, come
dimostrano gli studi istologici. Tale interessamento d’organo, tuttavia,
è spesso asintomatico. Possono essere colpiti dalla malattia sia il
miocardio, ovvero il muscolo cardiaco, sia le valvole ed i tessuti di
rivestimento esterno ed interno del cuore, ovvero il pericardio e
l’endocardio. Sono, quindi, molteplici le manifestazioni cliniche del
coinvolgimento cardiaco sclerodermico e comprendono la pericardite ed il
versamento pericardico, le aritmie ed i disturbi di conduzione, la
disfunzione diastolica e sistolica della pompa cardiaca e le disfunzioni
valvolari. Il paziente può, dunque, manifestare affanno, palpitazioni,
edemi declivi, dolore toracico atipico e sincope. I soggetti più a rischio
sono quelli con forma diffusa di malattia, specie le forme iniziali
rapidamente progressive, e quelli con associata miosite.
I mezzi diagnostici tradizionali, quali l’elettrocardiogramma,
l’ecocardiogramma e la scintigrafia miocardica da sforzo, possono mettere
in evidenza solo nei casi più avanzati l’interessamento cardiaco in corso
di Sclerosi Sistemica. La risonanza magnetica cardiaca ha dimostrato,
invece, una maggiore sensibilità nel diagnosticare il coinvolgimento del
miocardio. Il gold standard, tuttavia, per la diagnosi del coinvolgimento
miocardico sclerodermico rimane la biopsia endomiocardica.
Gli studi istologici del tessuto cardiaco hanno dimostrato la presenza di
necrosi miocardica in assenza di malattia coronarica aterosclerotica e la
coesistenza di fibrosi sostitutiva. Tali alterazioni sono solo in
parte spiegate dal danno ischemia-riperfusione e dal danno del microcircolo
tipici della Sclerosi Sistemica.
Un gruppo di Ricercatori dell’Università Cattolica di Roma, Maria De
Santis, Gaetano Zizzo, e Gianfranco Ferraccioli ha studiato, mediante
biopsia endomiocardica in vivo, le alterazioni del miocardio in alcuni
pazienti sclerodermici sintomatici per coinvolgimento cardiaco e risonanza
magnetica cardiaca probante per cardiomiopatia a distribuzione non
coronarica. Il risultato di tale ricerca ha permesso di evidenziare la
presenza di un infiltrato di cellule infiammatorie e di fibrosi sostitutiva.
Tale reperto è compatibile con una miocardite. Alla luce del quadro
osservato, i pazienti sono stati trattati con terapia steroidea ad alte dosi
ed immunosoppressori con miglioramento del quadro clinico.