La Ricerca Italiana e il GILS a Losanna, al Congresso mondiale sulla gravidanza nelle malattie autoimmuni
Antonio Brucato – Veronique Ramoni
Fino a 10-20 anni fa le gravidanze erano di fatto vietate nelle donne
affette da malattie autoimmuni, così come era anche fortemente
controindicato l’uso di contraccettivi orali; è facile immaginare le
ripercussioni psicologiche, famigliari e sociali di questo duplice divieto.
La situazione attuale è decisamente diversa grazie alle nuove conoscenze
scientifiche emerse in questi anni, alla programmazione ed alla gestione
della gravidanza effettuata da equipe multidisciplinari dedicate che si
fanno carico della coppia già da prima del concepimento, per tutta la
gravidanza e poi fino al termine del periodo dell’allattamento, rendendo
oggi la gravidanza per queste pazienti un desiderio realizzabile.
In occasione della recente conferenza internazionale “VI Conference on
Gonadal Hormones, Pregnancy and Rheumatic Diseases” tenutasi a Losanna
(Svizzera) dal 10 al 12 settembre 2009, i massimi esperti mondiali di
gravidanze e malattie autoimmuni hanno affrontato problematiche attuali
importanti nella gestione di queste gravidanze “preziose”.
Diverse le tematiche discusse, cominciando dal ruolo degli ormoni, in
particolare degli estrogeni, quali possibili fattori di rischio per la
riacutizzazione di una malattia autoimmune, come sottolineato dal Prof.
Cutolo dell’Università di Genova. La Prof.ssa Petri, di Baltimora, USA,
ha poi discusso il possibile uso dei contraccettivi orali, concludendo che
in casi selezionati possono essere utilizzati (donne con malattia stabile,
poco attiva, senza anticorpi anti fosfolipidi e senza importanti fattori di
rischio cardiovascolare, quali per es. fumo, ipertensione arteriosa, etc).
La gestione delle diverse terapie in gravidanza ed allattamento è stata
presentata dalla Prof.ssa Østensen dell’Università di Berna,
organizzatrice del congresso: prednisone e idrossiclorochina si sono
riconfermati come i farmaci più innocui;
è stato anche ricordato come ogni donna fertile che programmi una
gravidanza deve assumere acido folico sin da prima di rimanere incinta, per
ridurre il rischio di gravi malformazioni congenite (spina bifida).
Sono poi state discusse le possibili infl uenze della gravidanza sulle
singole malattie autoimmuni. Il Prof. Dolhain , olandese, ha sottolineato
per l’artrite reumatoide la difficile gestione del trattamento con
methotrexate e con farmaci biologici, farmaci questi ultimi sul cui utilizzo
in gravidanza si discute ancora molto vista la scarsità dei dati relativi
alla loro sicurezza. Per quanto riguarda il LES il Dr. Brucato, degli
Ospedali Riuniti di Bergamo, ha focalizzato l’attenzione sulla delicata
gestione della paziente con positività degli anticorpi anti Ro/SSA e La/SSB
associati al rischio di blocco cardiaco congenito (1-2%). La Sindrome da
anticorpi anti fosfolipidi con problematiche ostetriche (aborti spontanei,
morti fetali, pre-eclampsia) è stata discussa in parecchie relazioni con
particolare attenzione agli aspetti patogenetici presentati dal Prof. Meroni
dell’Università di Milano ed a quelle sindromi che non rispondono bene
alle terapia antiaggregante ed anticoagulante comunemente usate, affrontate
dalla Prof.ssa Tincani dell’Università di Brescia. Rare infine le
gravidanze in corso di vasculiti, come sottolineato dal Prof. Doria
dell’Università di Padova, ma possibili con una certa tranquillità se la
malattia è stabile.
La relazione sulla gravidanza nelle pazienti sclerodermiche è stata affi
data al Dr. Brucato, che ha presentato i risultati di un importante studio
multicentrico Italiano, che è al momento attuale il più grande studio nel
mondo. Tale studio è stato realizzato grazie anche a una borsa di studio fi
nanziata dal GILS. Attualmente sono state analizzate 70 gravidanze seguite
prospetticamente in 17 centri Italiani.
I due centri che hanno dato il contributo principale sono stati la
Immunologia Clinica del Policlinico di Milano, diretto dalla Prof.ssa Scorza
(17 gravidanze) e la Medicina Interna dell’Ospedale di Legnano, diretta
dal Prof. Mazzone (9 gravidanze). In base ai dati raccolti il decorso delle
gravidanze non sembra essere influenzato dalla malattia; in particolare le
complicanze ostetriche più comuni quali gli aborti spontanei precoci e
tardivi, ipertensione e pre-eclampsia, rottura prematura di membrane,
ritardi di crescita e bimbi piccoli per età gestazionale si sono verificate
nelle donne sclerodermiche con la stessa frequenza di quella riscontrata
nella popolazione generale sana; sono risultati invece più frequenti
(24,6%) i parti pre-termine, cioè prima della 37 settimana di gravidanza
rispetto a quelli attesi nella popolazione generale (8-9%) e a quelli
osservati negli stessi centri nelle donne con LES. La malattia è rimasta
stabile nella maggior parte dei casi; non si sono verifi cati casi di
interessamento renale, mentre una donna ha sviluppato ipertensione polmonare
nell’anno successivo alla gravidanza. Il fenomeno di Raynaud è migliorato
nel 40 % delle pazienti nel II e III trimestre di gravidanza, mentre come
atteso i sintomi da reflusso gastroesofageo e gastro-intestinali sono
peggiorati nel 24% delle donne. Il Dr. Brucato ha quindi concluso che le
donne con sclerodermia possono affrontare con ragionevole serenità la
gravidanza, purché seguite da equipes multidisciplinari esperte nella
gestione delle gravidanza a rischio, dato una certa incidenza di prematurità.
Il Prof. Matucci-Cerinic di Firenze ha poi descritto la istologia delle
placente di donne con sclerodermia, segnalando il riscontro di fi brosi
associata a rimodellamento vascolare che sembrerebbero determinare la
riduzione del flusso placentare ed essere così una possibile spiegazione
della prematurità più frequente in queste donne.
Molto interessante è stata poi la relazione della Dr.ssa Nelson di
Seattle (USA) che ha parlato di effetti a lungo termine della gravidanza sul
sistema immunitario materno legati al microchimerismo ossia al passaggio
transplacentare di cellule. Infatti è stato sicuramente dimostrato che
durante la gravidanza avviene sia il passaggio di cellule del feto nel
circolo materno, sia il passaggio di cellule materne nel circolo fetale; è
stato affascinante dimostrare che tali cellule permangono poi
indefinitamente nel circolo dell’ “ospite”, per cui le donne
mantengono per sempre in circolo e nei vari tessuti cellule dei loro
bambini, e i figli mantengono per sempre cellule della loro madre, ed è
possibile che la presenza di tali cellule sia fondamentale per lo sviluppo
corretto del sistema immunitario degli individui (la chimera era una
creatura mitologica costituita da più animali presenti nello stesso
individuo).
La comunità scientifica Italiana ha dato quindi importanti contributi a
questa conferenza mondiale, e fra tali contributi ha sicuramente spiccato lo
studio sulla gravidanze nella sclerodermia, frutto di un importante sforzo
multicentrico Italiano, in parte finanziato dal GILS.
Grande spessore scientifico, dunque, per questa conferenza che come
messaggio finale lascia sicuramente la possibilità di vedere aumentato il
numero di queste gravidanze preziose a patto che siano programmate nel
periodo di quiescenza della malattia e seguite in modo attento da equipe
multidisciplinari.