Prof. Stefano Ghio, Divisione di Cardiologia IRCCS Policlinico Pavia
L’ipertensione polmonare è una rara condizione le cui cause possono
essere molteplici e profondamente diverse fra loro; la più recente
classificazione della malattia prevede 5 gruppi principali in cui la
patogenesi è diversa e l’approccio terapeutico è anch’esso diverso.
Benchè venga definita malattia rara, l’ipertensione polmonare si presenta
con una frequenza piuttosto elevata nei pazienti affetti da sclerodermia, in
talune casistiche risulta colpire il 10% circa del totale dei pazienti, ed
anche nelle altre malattie del connettivo. I clinici sanno che, poiché questa
malattia ha una prognosi scadente, è importante fare la diagnosi al più
presto perpoter iniziare in tempo le terapie necessarie.
In questo contesto il cardiologo svolge un ruolo cruciale innanzitutto
nell’identificazione precoce di malattia; i pazienti affetti da sclerodermia
dovrebbero infatti eseguire non meno di una volta all’anno un esame
ecocardiografico, che permette di misurare con discreta accuratezza ma
soprattutto in modo non invasivo la pressione in arteria polmonare. Nel caso
poi l’ecocardiografia evidenzi la presenza di valori pressori elevati ed il
clinico ritenga corretto iniziare una terapia specifica per il circolo
polmonare, è sempre il cardiologo che esegue il cateterismo cardiaco destro
che da una parte è necessario per confermare i dati dell’eco (bisogna
sempre ricordare ch l’accuratezza dll’eco non è altissima) dall’altra
serve a verificare se l’ipertensione polmonare è del tipo (“pre-capillare”)
che può beneficiare dell’uso di farmaci specifici per il circolo polmonare.
Una volta confermata la diagnosi ed escluse altre cause di ipertensione
polmonare (come la fibrosi interstiziale o la disfunzione del ventricolo sx)
il paziente può e deve iniziare la terapia medica.
Nel follow-up successivo del paziente affetto da sclerodermia ed ipertensione
polmonare, il cardiologo continua a svolgere un ruolo molto importante; anzi,
se possibile, ancor più importante di quello svolto in precedenza. Infatti
l’ipertensione polmonare compromette la funzione del cuore e può perciò
portare il paziente a scompenso ed infine a morte. Il rischio cardiologico del
paziente non è però così facile da valutare, non basta cioè ripetere
ecocardiografia e cateterismo, principalmente perché l’ipertensione
polmonare è una malattia rara e non sono molti in Italia i centri che hanno
accumulato negli anni una esperienza sufficiente per seguire questi malati.
Anche le terapie a questo punto diventano più complesse e possono prevedere
la somministrazione di più farmaci non solo per bocca ma per via endovenosa o
sottocutanea. È altamente raccomandabile pertanto che i pazienti affetti da
sclerodermia ed ipertensione polmonare vengano seguiti in modo sinergico sia
dal reumatologo/immunologo che conosce e tratta la patologia di base sia dal
cardiologo di un centro di riferimento per la cura dell’ipertensione
polmonare. Solo in questo modo il paziente potrà avere accesso a tutte le
terapie (anche le più complesse) che la farmacopea mette oggi a disposizione
per questa condizione.